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Carnevale, al sol nominarlo affiorano alla mente immagini di pittoresche maschere, burle e succulenti dolci tradizionali. In ogni paese questa festa pagana (che affonda le sue origini nei Saturnali della Roma antica e nelle feste dionistiche del periodo greco dove tutto era lecito e consentito) ha ormai da secoli messo le sue radici venendo festeggiato in tanti modi diversi.

In Italia ogni regione festeggia il Carnevale a suo modo. E se a Venezia si festeggia uno dei Carnevali più famosi del mondo dove regnano secolari costumi sfarzosi, a Viareggio, come ad Acireale, sono invece i carri allegorici a fare da padroni.

E noi abbiamo avuto proprio il grandissimo piacere di intervistare uno dei maestri dei carri in miniatura del Carnevale di Acireale: Santi Privitera.

I carri in miniatura, realizzati con la tecnica della cartapesta come i loro fratelli più grandi, sono oramai conosciuti a livello nazionale e vengono esposti anche in altri Carnevale oltre isola, dove ogni uno di loro racconta la propria storia.

Signor Privitera, dove e quando nasce la sua passione?

“La mia passione nasce da piccolo, in una mansarda, il mio mini cantiere.”

Quanto tempo richiede una sua opera?

Lavoro nel tempo libero. Iniziamo subito dopo il Carnevale dell’anno precedente. Preferisco lavorare la cartapesta soprattutto in estate però, per via delle temperature più elevate, coinvolgendo tutta la mia famiglia. Proprio per questo mi piace definire i carri “un affare di famiglia”.

Ci vuole raccontare di qualche riconoscimento che porta particolarmente nel cuore?

Il premio che porto nel cuore è quello che ho ricevuto nel 2017 in compagnia delle mie figlie.

Il mio scopo principale è infatti questo: essere un punto di riferimento non solo per loro, ma anche per tutti quei ragazzi della mia zona che hanno la mia stessa passione.

Per concludere, vuole dare qualche consiglio a chi magari ha la sua stessa passione?

Il mio consiglio è un consiglio in generale rivolto a tutti gli artigiani: vivete l’arte come una palestra mentale.

Federica Leonardi

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