Categories:

Il 24 febbraio è la data d’inizio della guerra tra Russia e Ucraina; da quel giorno, le più grandi potenze mondiali, dall’Europa agli Stati Uniti, compresi tutti gli alleati della Nato, hanno dimostrato massima vicinanza nei confronti dell’offesa subita dall’Ucraina, attuando immediatamente una politica che potesse fermare o quantomeno rallentare, creare scompiglio e difficoltà all’avanzata russa, infliggendo le cosiddette sanzioni.
«L’obiettivo è di colpire l’arteria principale russa», ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e, per tale motivo, gli Usa e l’Unione Europea per primi hanno operato all’interno del sistema finanziario russo bloccando innanzitutto 630 miliardi di dollari, proibendo alle banche di concedere prestiti e ogni tipo di finanziamento sia allo Stato russo che ai singoli individui ed escludendo la Russia dal sistema degli scambi internazionali.
Tra le sanzioni inflitte allo Stato russo, la più importante e significativa, nonché quella che sarà la causa dei problemi futuri, è senza alcun dubbio il divieto di importazioni di petrolio e gas.
Gli Stati europei che maggiormente dipendono dalla Russia per tali materie prime sono Italia e Germania; qui si è già verificato un decisivo aumento delle bollette, come anche del prezzo del mais, cel grano e derivati; tutti prodotti e risorse che l’Italia importava dalla Russia e dall’Ucraina.

Altre sanzioni inflitte alla Russia

Tra le numerose sanzioni inflitte alla Russia c’è il divieto di esportazioni di beni destinati alle aziende russe, prodotti chimici, civili e militari e la sospensione di tutti i voli di compagnie russe e jet privati dallo spazio aereo di Usa, UE, Regno Unito e Canada.
Soltanto il Regno Unito ha attuato ben sessantacinque sanzioni, attualmente andate già in porto, e prevede di non acquistare più il petrolio russo entro il 2022.
Anche l’Italia sta studiando una soluzione legata al gas e al petrolio affinché si riesca a sopperire a questa mancanza nel minor tempo possibile e soprattutto sta cercando di arrecare meno danni possibili all’economia e al territorio.

Ma in che modo lo scontro Russia-Ucraina graverà sull’economia e sul turismo italiano?

Occorre ricordare innanzitutto che l’Italia, uno dei principali paesi legati all’esportazione in Russia in materia di lusso, più propriamente del Made in Italy, risentirà notevolmente delle conseguenze del conflitto, sia per quanto riguarda le esportazioni, sia per la situazione legata al turismo.
I dati Istat hanno evidenziato che la maggior parte di coloro che hanno costantemente contribuito alla crescita del nostro turismo sono proprio i russi e, come emerge dalle statistiche, soltanto nel mese di aprile 2022 l’Italia ha già rinunciato a circa 20 milioni di euro di fatturato.
I russi, infatti, seguiti dai cinesi e dai giapponesi, prediligono strutture alberghiere di lusso; questi dati purtroppo mostrano già un quadro ben definito di ciò che si prospetta per l’Italia nei prossimi mesi o, addirittura, anni.
La mancanza del turismo, e quindi dell’economia russa in Italia, causato dal blocco dei depositi di capitali e passaporti russi e dell’acquisto di beni di lusso, auto, opere d’arte, alta moda, aerei e imbarcazioni da parte dei più facoltosi, rischia di infliggere un ulteriore duro colpo all’economia non solo di tutta l’Europa ma anche propriamente dell’Italia, un Paese già faticosamente in ripresa e gravemente segnato dagli anni di pandemia.
Più precisamente Roma, la Costa Smeralda, la Sicilia, la riviera romagnola e tutto il nord del Paese hanno subìto e subiranno ancora un calo decisivo in termini di turismo, dal momento in cui l’Italia ha da sempre rappresentato la meta preferita dai russi.
Il turismo russo, infatti, ha iniziato a incrementarsi già dagli anni Ottanta e non si è mai interrotto nel corso degli anni, fino ad ora; la prossima stagione estiva rappresenta un serio problema per il turismo italiano: basti pensare al Golfo di Napoli, all’isola di Ischia ad esempio, che ha sempre vantato numerosi villeggianti provenienti dalla Russia; la loro mancanza, quest’estate, comporterà un danno non indifferente per la nostra economia.
Lo stesso vale per Roma, la capitale che accoglie turisti da tutto il mondo ogni giorno, anch’essa sofferente per il blocco degli aerei, soprattutto per quanto riguarda quella parte delle strutture accessibili ai pochi, i più benestanti, coloro che in Russia conducono uno stile di vita agiato.

Mario Draghi non ha dubbi sul fatto che ci sarà un grave impatto sulla nostra economia, un Paese che già da anni combatte per tornare a splendere.
Ciò che ci auguriamo è che questa guerra cessi al più presto e che ci sia pace, per un nuovo inizio per Ucraina e Russia e poi per il resto d’Europa.

Giusy Pannone

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *