Il filosofo tedesco Feuerbach affermava “siamo ciò che mangiamo” ed ancor prima di lui, Ippocrate, medico, enunciava “Fa’ che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo”. 

Basti pensare che le vitamine, in effetti, sono state scoperte come molecole in grado di curare una malattia, ad esempio, come lo scorbuto dovuto ad una mancanza di vitamina C.  Sin dall’antichità era già noto come il cibo potesse influire sulla salute dell’individuo ma nonostante ciò, la selezione dell’alimento è spesso stata sottovalutata e ridotta alla sola funzione energetica attribuita ad esso. 

Ad oggi, le ideologie filosofico- scientifiche sopra riportate risultano essere più che attuali sia in ambito etico-culturale che scientifico.

Fortunatamente, negli ultimi anni cultura del buon cibo ha subito una notevole rivalutazione ed incremento, grazie a mezzi di comunicazione facili e diretti, siti web, blog, social network, quali hanno reso accessibili al lettore delle informazioni guida e di base, essenziali e quasi sufficienti per saperne di più. Allo stesso tempo però, come per ogni settore, il rischio di diffusione di fake news è alto, per cui è bene affidarsi sempre a professionisti competenti in materia. 

Ad ogni modo, la cultura del benessere, mentale e fisico è in spiccata evoluzione. 

Ma è proprio vero che la “dieta”, intesa come “stile di vita sano”, influisca così tanto? Esattamente.  La scienza lo spiegherebbe con meccanismi abbastanza complessi, riassunti nelle seguenti definizioni. 

E’ possibile parlare di NUTRIGETICA, ossia l’effetto delle varianti geniche sulla nutrizione. In sostanza, ciò rappresenta la capacità della persona di assorbire e metabolizzare un nutriente differentemente da un altro individuo. Emerge, di conseguenza, che ogni individuo ha una modalità di risposta diversa e specifica ad un alimento o nutriente, al contrario di ciò che generalmente si pensa. Un alimento positivo per un singolo potrebbe non esserlo per un altro.

Basti pensare ad indivudui affetti a fenilchetonuria, quali non devono in nessun modo ingerire alimenti ricchi di fenilalanina, o ad individui che dovrebbero assumere più o meno vitamina C, in base a al contenuto di aptoglobina dei loro globuli rossi. 

In risposta, la NUTRIGENOMICA, invece, studia l’effetto della nutrizione sull’espressione genica. E’ realmente possibile che l’alimentazione possa indurre delle modifiche sull’espressione genica? Sì, ed è chiamato effetto epigenetico.  Un esempio sono le antocianine, nei frutti rossi ed in alcuni vegetali,  che, creando interazioni a livello del dna, portano ad una riduzione del colesterolo in circolo. 

In questo modo, usando le informazioni genomiche del singolo, è possibile arrivare ad una dieta personalizzata. Questo potrebbe rappresentare il fulcro del benessere psico-fisico della persona.

Quanti lamentano disfunzioni del proprio organismo in risposta anche ad alimenti “sani”?. Inotre, unendo questo ad un tenore di vita sano, sarebbe realmente possibile curare o rallentare l’evoluzione di molte patologie e prevenirne altre.

La macchina perfetta del nostro sistema permette che ogni singolo cambiamento in una singola parte del proprio di DNA, possa aumentare o ridurre, ad esempio, il rischio di obesità cambiando la risposta al consumo di differenti nutrienti. 

Quindi, quello del profilo alimentare è un contributo non indifferente per quanto riguarda sia l’aspetto preventivo, che curativo del singolo.

Uno stile di vita sano non è fine a se stesso, né rappresenta una semplice appendice , ma può creare interazioni più profonde di ciò che si pensa incidendo notevolmente sia sul tenore di vita che sulla durata della stessa.

Claudia Coccia

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