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illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

Per poter parlare di quanto sta accadendo in Iran, è necessario precisare alcuni punti fondamentali senza i quali non si potrebbe capire il motivo attorno al quale l’opinione pubblica sta esponendo il suo pensiero. Partiamo da un dato: l’Iran è una Repubblica Islamica. Secondo la Costituzione dell’Iran, scritta il 3 dicembre del 1979 (anno della rivoluzione), l’Iran viene definita Repubblica islamica presidenziale e teocratica: da una parte ci sono le istituzioni politiche che vengono elette dal popolo e detengono il potere esecutivo e legislativo, dall’altro lato ci sono gli ordini religiosi che non sono elettivi e che hanno il dovere di controllare e giudicare l’operato delle istituzioni in base alla loro fedeltà nei confronti del Corano e dei principi islamici. Fondamentalmente è nella religione che risiede il cuore del potere e le maggiori vittime sono le donne.

La legge religiosa diventa legge dello Stato

Arriviamo al 13 settembre del 2022, giorno in cui Mahsa Amini viene arrestata dalla polizia religiosa iraniana perché non indossa correttamente il velo. Mahsa muore 3 giorni dopo e la polizia dichiara che la causa della morte è un infarto. Purtroppo, sul corpo della ragazza, vengono trovati però segni adattabili ad un pestaggio. Da quel giorno, le piazze si riempiono di uomini e donne che a gran voce protestano per la morte ingiusta di questa ragazza e per i diritti delle donne iraniane. Donne coraggiosissime sono scese in strada, urlando rabbia e mortificazione, tagliando i loro capelli e bruciando il velo (hijab). Sono andate incontro alla morte e alla repressione violenta, volta a ostacolare la libertà di espressione, di parola, di pensiero. Quello che preme sottolineare è l’assoluta mancanza di dignità femminile strettamente collegata alla visione religiosa.

Donne-oggetto

Spesso si compie l’errore nel ritenere che questi avvenimenti sono propri di culture lontane e diverse dalla nostra ma quanti casi di femminicidio accadono anche in Italia? Quante donne vengono uccise per gelosia, per malata ossessione, per fame di possesso? Quante vengono violentate e picchiate perché ritenute indecorose, troppo sensuali, troppo provocanti se indossano una gonna corta o un tacco troppo alto? Non hanno il velo e lunghe tuniche che coprono interamente il loro corpo, ma sono comunque schiave di qualcuno e anche un po’ di loro stesse. Devono amare senza essere amate, obbedire senza che qualcuno obbedisca loro, tacere per non essere doppiamente punite, faticare il doppio per poter essere credibili. Tutto questo succede ovunque e succede ancora adesso, nel 2022. I dati parlano chiaro, le proteste urlano, le immagini straziano. Poniamo fine a questo osceno spettacolo di immoralità, che la libertà e la dignità possano spiccare il volo in questo cielo tempestuoso.

Alessia Pisarra

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