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Illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

Autorevolezza e gentilezza vengono spesso considerate qualità incomunicabili. In sostanza, il pensiero comune non reputa possibile che una singola persona abbia in sé entrambe le doti.

In realtà la storia ci mette davanti agli occhi, benché sempre più di rado, soggetti unici (verrebbe da dire perle rare) capaci di mostrarsi autorevoli e gentili a seconda delle situazioni o persino nello stesso momento.

Il primo mese del 2022 sta andando via lasciando un vuoto che difficilmente potrà essere colmato. Questo gennaio passerà tristemente alla storia per averci privato della presenza, della vicinanza di un grande uomo, il paradigma di autorevolezza e gentilezza da leggere come fosse una sola parola: David Sassoli.

Non è il caso di ribadire tra queste righe la carriera di una personalità così eccezionale. Ciò che Sassoli ha fatto ed è stato è risaputo, l’hanno ampiamente ribadito nelle scorse settimane da più parti. Ciò che mi preme sottolineare è l’uomo in quanto tale, la straordinaria semplicità di un ragazzo partito per abbattere il muro di Berlino, passato per raccontare l’Italia e il mondo agli italiani e finito a presiedere il Parlamento europeo spinto sempre dall’idea di abbattere barriere politiche, culturali e sociali. L’ impronta lasciata non è stata dimenticata da parenti, amici, colleghi, gente comune arrivata a Roma da ogni dove per salutarlo. Tutti hanno tirato in ballo la statura morale del personaggio, la sua professionalità, unendola al garbo e alla mitezza nei comportamenti; gli amici conserveranno per sempre la sua voglia di condividere momenti di vita con loro, la famiglia porterà con sé l’affetto di un marito, di un padre, i colleghi del TG1 avranno sempre ben impressa la lezione di un giornalista che ha fatto “semplicemente” il giornalista e i colleghi del Parlamento europeo non dimenticheranno mai l’idea nobile di un presidente che lavorava con e per la gente. In ognuna di queste “facce” viene fuori in ogni caso la marcata umanità che ha portato Sassoli a vivere la propria vita come una missione il cui compito fosse attuare il bene comune per sentirsi pienamente realizzato.

David Sassoli ha sfatato la falsa credenza per cui lavoro e vita privata siano due cose diverse e da tenere separate, quasi si corrodessero tra di loro altrimenti. Come testimoniato dai suoi cari, fino all’ultimo il presidente aveva ben chiaro nella testa quale fosse il proprio posto nel mondo, l’ha sempre saputo verrebbe da dire. Il senso del dovere è nato con lui accanto ad un sorriso di fondo che lo ha guidato nel modo di rapportarsi al mondo e ai suoi diversi contesti.

L’ammirazione che si proverà sempre per Sassoli è il sentimento naturale che per indole si è portati a manifestare per una “persona per bene”. Questo era David Sassoli: una “persona per bene”. Un uomo che attraverso la sua semplicità e maturità ha trovato piena realizzazione su questa terra. In fondo, sentirci compiuti è l’obiettivo massimo a cui aspiriamo tutti. Solo che spesso ci capita di perdere la bussola; ed è lì che subentrano gli esempi, quelli positivi, da seguire.

Il telespettatore ha avuto in Sassoli la voce veritiera, nel bene e nel male, l’onestà intellettuale. Più in generale, ogni europeo ha trovato in lui il proprio presidente, autorevole e gentile (da leggere tutto attaccato). L’Italia avrà l’orgoglio di aver dato i natali ad un grande italiano e noi, giovani sognatori, potremo dire di aver ascoltato almeno qualche volta la voce di chi ci ha fatto un grande lascito: realizzare, col sorriso e la fermezza, con l’umiltà e la perseveranza, un’Europa ancora prigioniera nel mondo delle idee. E no, sottrarsi da questo compito non sarà possibile perché, come ripeteva David Sassoli, “l’indifferenza non è contemplabile”.

Felice Marcantonio

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