Gli articoli che espongono atti di corruzione, malaffare o malavita subiscono giudizi di ogni genere: se si fissa nero su bianco una mala-vicenda si rischia di raccontare solo il lato oscuro di un Paese che richiede il continuo bisogno di far emergere il suo lato migliore (di cui siamo tutti perfettamente consci e consapevoli) e da ciò ne consegue un fastidio che inesorabilmente porta alla volontà di oscurare l’evento.

L’evento corruttivo (o qualsiasi sia la sua natura) è posto, nell’atto comunicativo, sotto ai riflettori. Ma i veri danneggiati della vicenda, sono coloro che stanno dietro alle quinte, nemici incoscientemente di sé stessi: i cittadini.

Questo lo dimostrano anche i numeri: la corruzione in Italia supera i 200 miliardi di euro all’anno, circa il 13% del Pil italiano.

Briciole di ‘ndrangheta

Oggi ci troviamo davanti al Terzo Valico, il progetto ferroviario che collega il triangolo commerciale di Genova – Torino – Milano per poi estendersi con il nord Europa.

Lo Stato stanzia per questo progetto 6.2 miliardi di euro.
Nel 2016 il procuratore della Dda (Direzione Distrettuale Antimafia), Federico Cafiero de Raho rileva l’interesse di due clan della ndrangheta calabrese (i Raso-Gullace-Albene e Parrello-Gagliostro) a porre le mani nel progetto grazie alla raccomandazione da parte di politici locali, regionali e nazionali per dimostrare l’appoggio economico a favore della Sì Tav (collegata al Terzo Valico). Gli studi vanno più a fondo dimostrando anche come la criminalità organizzata si sia spinta a favoreggiamenti all’interno delle Poste Italiane S.p.A. e Alleanza Assicurazioni S.p.A. fino ad addentrarsi all’interno dell’Agenzia delle Entrate e alla Commissione Pubblica Tributaria.

Tra tangenti ed escort

Sorpassato questo ostacolo, ci tocca tuffarci all’interno del vortice Cociv (Consorzio Collegamenti Veloci – General Contractor).
Il protagonista è il General Contractor, pubblico ufficiale con capacità progettuale, tecnica e organizzativa, il cui compito è garantire la realizzazione dei lavori secondo le norme vigenti.
La Guardia di Finanza intercetta però delle telefonate tra il Presidente della Cociv e la Giugliano Costruzioni ove si dichiara la modalità più veloce per far vincere la gara d’appalto al preferito nonostante l’offerta esposta fosse del tutto antieconomica.

Il Presidente della Cociv sarà immortalato infatti durante due “donazioni”: la prima viene ripresa alle telecamere nascoste della Finanza con la consegna di buste colme di soldi; la seconda invece è registrata dalle intercettazioni telefoniche ove conferma notti con escort in omaggio ai suoi funzionari (per far procedere il progetto secondo le sue volontà).
La Finanza registra altre chiamate per la consegna di ulteriori tangenti, non confermabili in quanto avvengono in luoghi in cui non erano presente telecamere.

Le anomalie dell’offerta

Quanto rilevato fino a questo momento non inciderà per l’ipotesi di corruzione ma verranno prese in atto per il reato di turbativa d’asta.

Le prime anomalie rilevate hanno a che fare con l’offerta della base d’asta.
La GLF S.p.A. (Grandi Lavori Finconsit) stimerà (per il Lotto Serravalle del progetto) la propria offerta a 93.000,00€ mentre le imprese concorrenti alla gara 680.000,00€ e 750.000,00€. La differenza tra le offerte avrebbe dovuto richiedere chiaramente una verifica – incentrata sulla mancata spesa sulla sicurezza – per comprovare la mancanza di anomalie ma il Presidente della Cociv insiste nel procedere con URGENZA nel decretare il vincitore della gara.

I Cociv e i prestanome

Per il lotto Liberna (facente parte del progetto) il Cociv gestisce l’appalto in via telematica. In questo caso si offrono l’impresa Salc S.p.A. e la Oberosler. Il Comitato Direttivo, intercettato dalla magistratura, si riunisce per decretare la Oberosler come vincitore nonostante avesse proposto un’offerta assai maggiore rispetto alla prima.

Il Direttore dei Lavori della Cociv avrebbe utilizzato la sua posizione per affidare le forniture a imprese controllate, o per meglio dire, imprese prestanome.
L’appaltante infatti subisce pressing affinché si rifornisse presso le fornitrici prestanome per materiali inerti e conglomerati cementizi.
Nelle tasche del Direttore avrebbero dovuto accomodarsi tornaconti personali ingenti, piano che non troverà la luce a causa di sostituzioni nella Direzione dei Lavori.

Meccanismi mafiosi al netto della mafia

Fino a questo punto non ci siamo intromessi – con Cociv – in legami mafiosi, ma i suoi meccanismi ne riproducono le caratteristiche.

L’inchiesta si apre su tre fronti: atto di corruzione (bilaterale), concussione (abuso di potere per il pubblico ufficiale per costringere terzi a promettere denaro o altre utilità) e turbativa d’asta (pubblico ufficiale omette o fa ritardare gli atti per ricevere denaro o per farlo avere ad una terza persona).
Questi reati accumulerebbero un danno pari a 324 milioni di euro.
In manette inizialmente finiscono una ventina di persone e quattro società grazie alla collaborazione tra i Carabinieri di Roma e la Guardia di Finanza genovese.

I PM Calleri e Carona Albini chiederanno la condanna di 27 imputati: solo 7 sono le reali condanne a seguito dell’assoluzione di 20 imputati.

Il danno al nostro Paese è arrecato da sistemi corruttivi come questi: da condanne lievi che permettono ai successori di non aver paura di intraprendere un percorso simile, da assoluzioni facili e dal mancato focus dei media su vicende come questa.

E sono centinaia le vicende che necessitano di luce e di consapevolezza: per questo noi ci mettiamo il nostro sostegno comunicativo!

Elena Zullo

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