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Catania e migranti. Cosa è successo ?

L’“immigrazione” è stato uno dei temi forti della campagna elettorale passata. “Blocco navale”, “decreti sicurezza” e “lotta all’immigrazione clandestina” sono state solo alcune delle proposte avanzate dal centro destra.

La posizione della maggioranza è dunque evidente, così come lo è da sempre quella del Ministro delle Infrastrutture Matto Salvini che si è espresso negli ultimi giorni circa la questione degli sbarchi dei migranti a Catania dicendo che “vanno assolutamente stroncati”. Ha dichiarato, infatti, che si tratta di viaggi organizzati da trafficanti che in cambio di questi trasferimenti ricevono circa 3mila dollari, che diventano armi e droga. Dunque, occorre assolutamente impedirli.

Situazione critica a Catania

Era già approdata al porto di Catania la Humanity 1 quando domenica pomeriggio è arrivata anche la Geo Barents, la nave dei “Medici senza frontiera”, con a bordo circa 568 persone.

Di queste sono state fatte sbarcare “subito” 350 persone, minori e malati, mentre sono rimaste a bordo tutti gli altri. Fino a martedì mattina.

Già domenica, dopo lo sbarco dei primi naufraghi, era arrivato l’ordine alle navi di lasciare il porto, altrimenti “50mila euro di sanzione per entrambe le navi”. Così aveva notificato il portavoce di Europa verde, Angelo Bonelli, ma il comandante della Humanity 1– Joachim Ebeling ha fatto sapere che non poteva. “Dobbiamo trovare una soluzione qui” ha specificato e aggiunto che, così come spiegato dal suo stesso legale “Sarebbe contro le leggi andare via con i sopravvissuti“.

Dunque la partenza, così come richiesta, sarebbe una questione illegale – oltre che inumana.

Sono seguiti sin da subito momenti di forte tensione, quindi, che hanno spinto addirittura tre migranti a gettarsi in mare per arrivare a nuoto.

I legali della ONG tedesca hanno, come avevano preannunciato, presentato però ricorso al Tribunale civile di Catania chiedendo al giudice di ordinare lo sbarco immediato.

Sbarco, consentito solo martedì sera ai trentacinque naufraghi rimasti invece, a bordo della Humanity 1. che nel frattempo per protesta avevano portato avanti il loro sciopero della fame.

Sono tornato a vivere” ha urlato un ragazzo appena toccato il suolo.

Sbarchi non solo a Catania. Occorre collaborazione

Si ricorda che la Humanity 1 e la Geo Barents non sono le uniche navi Ong che hanno atteso, in queste ultime settimane, l’apertura delle “porte” italiane.

Altre due imbarcazioni si trovavano già in acque internazionali da più di venti giorni. La Rise Above con a bordo 90 persone e la Ocean Viking con 234 migranti.

La prima lunedì 7 novembre si è diretta verso Reggio Calabria, dove nella mattinata di martedì le è stato finalmente possibile far sbarcare i suoi passeggeri.

Disponibilità da Parigi, invece, è arrivata per la seconda. Dopo aver fatto sapere che la situazione risultasse sempre più ingestibile al largo, con i naufraghi che minacciavano di buttarsi in mare, martedì 8 la nave si è diretta verso il porto di Marsiglia dove è finalmente approdata.

Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell’emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell’Italia e di pochi altri Stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking”. Si legge in una nota di palazzo Chigi. 

Le reazioni

Le agenzie Onu intervenute in questi giorni hanno ribadito l’importanza e la necessità degli “sbarchi in sicurezza“, che sottintende la corresponsabilità degli Stati. “Lo sbarco dovrebbe essere seguito da una significativa condivisione delle responsabilità tra tutti gli Stati interessati attraverso accordi regionali e di cooperazione, in modo che tutti gli Stati costieri possano assolvere alle proprie responsabilità di ricerca, soccorso e sbarco.”

Lo sbarco selettivo del Governo Meloni ha inevitabilmente alimentato le dissidie tra maggioranza e opposizione, nonostante la stessa Premier abbia affermato di stare semplicemente a difendere i confini, così come promesso e richiesto dagli italiani.

Il Primo Ministro dell’Ungheria, invece, ha ringraziato Giorgia Meloni per il suo operato “Dobbiamo un grande ringraziamento a Giorgia Meloni e al nuovo governo italiano per aver protetto i confini dell’Europa. “

La Commissione europea, al contempo, ha bacchettato l’italia e ricordato il dovere che ha nell’accettare i migranti per consentire loro di accedere alle procedure per l’asilo. Ha risposto a tono, perciò, il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi respingendo accuse in materia di diritti umani: “Non accettiamo lezioni da nessuno dal punto di vista del rispetto dei diritti umani“.

L’emergenza migratoria è tema UE

In conclusione, il “piano” del governo pare non sia andato “in porto” e noi possiamo consolarci sapendo quelle persone finalmente al riparo e in salvo, almeno momentaneamente.

Certo è che l’emergenza migratoria rimane una questione troppo importante e da affrontare con assoluta urgenza , insieme con l’UE… e questo la Premier lo sa bene.

Nonostante gli “attacchi” alla linea politica del Governo, la Meloni continua però a rivendicare il proprio operato, sottolineando la necessità di trovare una soluzione comune riguardo l’emergenza: “È un tema europeo e come tale deve essere affrontato!”.

Francia. Ultim’ora 10/11

Parigi accoglie la nave Ocean Viking, ma informa di non essere più disposta a dare asilo ai 3.500 rifugiati, che avrebbero dovuto essere ridistribuiti secondo il piano di ricollocamenti attualmente in vigore in Europa. 

Inoltre, chiede a tutti i paesi dell’UE – e in particolare alla Germania – di fare lo stesso.

La Francia informa sul fatto che adotterà “misure di rafforzamento dei controlli alle nostre frontiere interne con l’Italia”. Anticipando anche che Parigi “organizzerà nei prossimi giorni, con la Commissione Europea,e con la Germania, una riunione che definirà un quadro che permetta di trarre le conseguenze dell’atteggiamento italiano e di regolare meglio le azioni di soccorso in mare da parte delle navi delle ong nel Mediterraneo”.

Il ministro degli Interni Matteo Piantedosi risponde: “La reazione che la Francia sta avendo di fronte alla richiesta di dare accoglienza a 234 migranti – quando l’Italia ne ha accolti 90 mila solo quest’ anno – è totalmente incomprensibile di fronte ai continui richiami alla solidarietà dovuta a queste persone”.

Carmela Fusco

One response

  1. In attesa della formazione del nuovo governo, nell’articolo del 13 ottobre scritto dal sig. Felice Marcantonio, è stato giustamente evidenziato, il ” piacere ” della polemica durante la campagna elettorale, il rispetto per la vittoria altrui, piuttosto concentrarsi sui propri demeriti. Ero d’accordo allora, sono d’accordo oggi. L’ho vissuto in prima persona, quando ero consigliere comunale al paese dove abito, figurarsi a livello nazionale. L’articolo si concludeva con una domanda:

    Cosa ci attende davvero?
    Cosa farà il nuovo governo, il primo con una donna a Palazzo Chigi (traguardo che qualcun altro ha declamato per anni senza mai passare alla pratica), nessuno può saperlo. Possiamo però mettere in fila le prime oggettive impressioni. Alla luce di queste è lecito affermare, senza paura di essere smentiti, che Giorgia Meloni non sarà Benito Mussolini declinato al femminile, che non incontreremo per le strade delle nostre città camicie nere tirate a lucido (se non per qualche funerale) e che, in definitiva, ci siamo ancora una volta coperti di ridicolo, da perfetti personaggi shakespeariani, inscenando (purtroppo nella vita reale) quella vecchia commedia che il grande drammaturgo, guarda caso, scelse di ambientare in Italia…

    Oltre l’ironia, si avverte il dispiacere, la tristezza, per gli eventi accaduti durante lo svolgersi delle elezioni, mettendo in risalto, la mancata crescita di un paese che gode della democrazia. Cosa ci attende? Nulla di tutto ciò ( fortunatamente ), però, i diritti umani, civili e sociali, saranno comodamente riposti in soffitta. Può piacere, non piacere, non saranno i fascisti dell’epoca, sempre fascisti sono! Forse, a soli pochi giorni dalla ” fumata bianca “, si sono già materializzate alcune mie preoccupazioni espresse nel commento dell’epoca. Time will tell

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