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Il 22 giugno è stato l’anniversario della scomparsa di Emanuela Orlandi. La giovane aveva quindici anni quando è sparita da Roma nel lontano 1983. In questi 40 anni sono state moltissime le piste seguite: dal rapporto con il Vaticano, al coinvolgimento della Banda della Magliana, dal collegamento con l’attentato a Giovanni Paolo II fino all’ipotesi di rapimento per pedofilia. Tutto questo senza che però si sia mai arrivati alla verità di quanto accaduto.

Uno dei casi italiani più noti, una vicenda divenuta così popolare da trarne persino una docu-serie su Netflix: “Vatican Girl”.

Complice anche la famiglia che non ha mai smesso di cercarla in tutti questi anni.

Papa Francesco ricorda Emanuela all’Angelus

Papa Francesco all’Angelus del 25 giugno ha ricordato Emanuela Orlandi, per l’anniversario della scomparsa: “desidero approfittare di questa circostanza per esprimere ancora una volta la mia vicinanza ai familiari (…) e assicurare la mia preghiera”. Un ricordo della giovane e un pensiero a tutti coloro che hanno perso un proprio caro scomparso.

Presente in piazza il fratello della giovane, Pietro Orlandi. “Era tanto tempo che non sentivo il suo nome da quella finestra. Le parole del Papa sono state un bel segnale, un segnale di speranza per arrivare alla verità”, ha commentato al termine.

Commissione d’inchiesta su Orlandi e Gregori: l’approvazione del Senato

27 giugno. Dopo l’appello di Pietro Orlandi a Giorgia Meloni la situazione si è sbloccata.

Arrivata l’approvazione unanime all’istituzione della commissione parlamentare di inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori da parte della commissione Affari Costituzionali del Senato.

Dopo settimane di paralisi, per appianare la situazione è stato necessario ritirare tutti gli emendamenti depositati al Ddl per l’istituzione della commissione parlamentare.

Qualcuno ci ha accusato di voler insabbiare: non volevamo insabbiare né rinviare nulla, ma era giusto fare un approfondimento e una riflessione sulla decisione di istituire la Commissione di inchiesta perché, rispetto a quando fu votata all’umanità alla Camera dei deputati, era intervenuto un fatto nuovo e di non secondaria importanza cioè eravamo venuti a conoscenza che la procura e il promotore di giustizia Vaticano avevano deciso di riaprire le indagini”, dichiara il senatore Alberto Balboni, esponente di Fratelli D’Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato.

Non tarda ad arrivare il commento di Pietro: “siamo molto contenti per quanto accaduto oggi. La ricerca della verità e della giustizia appartiene a tutti gli uomini di buona volontà e oggi il Senato ha dato prova di volere chiarezza e trasparenza sulla vicenda”.

Sono contentissima, davvero. Non riesco a crederci”, aggiunge Maria Antonietta Gregori, sorella di Mirella.

Ora il Parlamento può mettersi presto al lavoro, collaborando con gli organi della giustizia italiana e vaticana, facendo luce su quello che rappresenta un mistero italiano. Un grande passo avanti e una pagina di giustizia.

Simona Malpezzi, senatrice del Partito Democratico, su Twitter ha scritto: “Adesso occorre procedere velocemente alla calendarizzazione per l’aula. Dobbiamo impegnarci tutti perché i lavori della commissione inizino nel più breve tempo possibile“.

Stavolta su Facebook, è arrivato il commento di Dario Parrini, vice presidente della Commissione Affari Costituzionali a Palazzo Madama: “Sono state settimane difficili. Si è temuto che fosse in atto un tentativo di ostacolare bruscamente la ricerca della verità su una vera e propria tragedia, ma per fortuna non è andata così. Finalmente oggi la Commissione Affari Costituzionali del Senato ha compiuto il suo dovere”.

Chiara Vitone

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