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Fare il pieno torna a pesare sulle tasche degli italiani poiché il costo del carburante impenna nuovamente. Benzina e diesel aumentano perché le accise, che Draghi aveva diminuito e che il governo Meloni aveva confermato nei primi mesi del suo operato, ora sono ripristinate.

Per contestualizzare e capire meglio, occorre precisare che il prezzo del carburante è dovuto a tre fattori determinanti: prezzo industriale (ottenuto dalla quotazione della materia prima, a cui si aggiungono i costi di raffinazione e trasporto) accise (le tasse a importo fisso, non calcolate in percentuale, su benzina e gasolio) IVA (imposta sul valore aggiunto). Paragonata a quella di altri Paesi Europei, la tassazione italiana sui carburanti è decisamente la più alta. C’è chi afferma che le accise abbiano un effetto disincentivante circa l’uso del carburante, ma c’è da dire che in molti casi i cittadini sono costretti ad usare la propria vettura per la carenza o l’inefficienza di servizi di trasporti pubblici.

Inoltre è molto difficile per i governi non cedere alla tentazione di mantenere questa tassa assai redditizia. Basti pensare che lo Stato ha incassato, nel 2021, circa 33 miliardi di Euro con le accise su carburanti, alcolici e tabacchi. Di queste 25 miliardi sono derivati da benzina e gasolio.

Carburante: dove costa di più?

Il carburante è arrivato alle stelle soprattutto in Emilia Romagna, Puglia, Lombardia, Sicilia e Marche.

Secondo le ultime rilevazioni il prezzo più alto per benzina e diesel è a Bolzano (1,884 e 1,95); mentre quello più basso si registra ad Ancona (1,763 e 1,841).

Per quanto riguarda i grandi centri Roma è la più economica (1,8 e 1,857), a seguire Napoli (1,818 e 1,868).

Ma come mai queste differenze?

Secondo gli esperti ad influire su questo divario c’è la distanza dalle raffinerie e anche dalla quantità di carburante erogato, cioè in base a “quanto fattura il distributore”.

Tutto questo fa scalpore e scalda gli animi degli italiani che criticano la premier Giorgia Meloni per non aver mantenuto quanto sostenuto precedentemente, accusandola di incoerenza.

La leader di Fdi ribadisce che tutti gli interventi saranno per calmierare l’inflazione, assicurando che quello che lo Stato incasserà in più di Iva, verrà utilizzato per abbassare il prezzo.

Resteranno parole o si convertiranno in fatti? Non si sa, ma ciò che è certo è che i cittadini saranno perlopiù costretti a restare nelle loro case e a non affrontare viaggi, se non quelli strettamente necessari. Il carburante è una spesa evidentemente incombente e che a fine mese, quando si tracciano le somme, risalta in modo importante. Urge perciò un intervento strutturato che vada a favore dei consumatori, ma questo lo Stato sembra non capirlo.

Non resta che ascoltare i telegiornali per apprendere ciò che la sorte riserva.

Alessia Pisarra

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