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Corte Suprema USA abolisce il diritto all’aborto. Ogni Stato potrà legiferare autonomamente

Attraverso queste parole: “La Costituzione non conferisce il diritto all’aborto”, la Corte Suprema USA ha soppresso la sentenza Roe vs. Wade – che garantiva l’aborto legale a livello federale nel Paese.

La maggioranza conservatrice, che domina la Corte Suprema, trascina così gli Stati Uniti indietro nel tempo, abolendo mezzo secolo di lotte per i diritti sessuali e riproduttivi delle donne.

Ma che cos’è la sentenza Roe vs. Wade?

Si tratta di un processo del 1973 legato alla texana Norma McCorvey (per privacy Jane Roe). La ragazza a 16 anni aveva sposato un uomo violento e dopo aver avuto due figli aveva espresso la volontà di non far nascere il terzo. Henry Wade, invece, era l’avvocato che rappresentò la parte avversa (lo Stato del Texas) nel processo. Alla fine della causa, in maggioranza i giudici garantivano l’aborto a livello federale. La sentenza Roe vs Wade ha delineato, per cinquant’anni, un fondamento del movimento abortista, una pietra miliare nella giurisprudenza statunitense sull’aborto.

Cosa è successo in America e cosa cambia dopo la decisione della Corte Suprema?

Pochi giorni fa, il 24 giugno, la Corte Suprema degli Stati Uniti ha stabilito che ogni stato americano può limitare o vietare l’interruzione volontaria di gravidanza sul proprio territorio. Interessante è che il ribaltamento della sentenza Roe vs. Wade rappresenta, per di più, una conseguenza del fatto che durante il suo mandato Trump era stato in grado di far eleggere, alla Corte Suprema, numerosi giudici di orientamento conservatore.

Già a inizio maggio, un sito di news americano aveva diffuso in anteprima la notizia attraverso la bozza di un documento interno della Corte Suprema.

Secondo il Guttmacher Institute, 26 Stati sarebbero già pronti, in assenza di questa legge, a vietare l’aborto, lasciando circa 25, 5 milioni di donne in età riproduttiva senza tutele. Molti Stati infatti hanno già pronte leggi che entreranno immediatamente in vigore.

Alabama, Arkansas, Idaho, Kentucky, Mississippi, Texas hanno già dichiarato di voler rendere illegale la pratica. Lo Stato di New York, la California e l’Oregon assicurano la continuità del diritto all’aborto cosi come lo stato di Washington.

Con questa sentenza gli USA diventano uno dei quattro Paesi, insieme a Polonia, El Salvador e Nicaragua, che negli ultimi vent’anni hanno ridimensionato il diritto all’aborto.

Aborto, l’Italia è così distante dagli Stati Uniti?

La decisione della Corte Suprema, ovviamente, ha fatto grande scalpore, riaccendendo il dibattito anche in Italia.

Nel nostro Paese dal 1978, l’interruzione volontaria di gravidanza – nei primi 90 giorni dal concepimento – è tutelata dalla legge 194. Sebbene la legge italiana garantisca questo diritto da più di quarant’anni, il 67% dei ginecologi, il 43,5% degli anestesisti e il 37% del personale non medico è obiettore di coscienza.

La legge c’è ma resta una strada piena di ostacoli

In alcune Regioni riuscire ad accedere all’aborto in maniera dignitosa è difficile o addirittura impossibile.

Spesso lo stigma nei confronti della paziente da parte del personale medico rende l’operazione umiliante, dolorosa e lesiva della dignità della persona.

Non mancano i racconti di donne che hanno dovuto attendere per settimane per poi essere insultate e colpevolizzate al momento dell’intervento.

Milioni di persone in tutto il mondo sono scosse dopo la sentenza americana. Trovare le parole per descrivere lo sconforto provocato da questa decisione sconcertante è complesso.

Dobbiamo realizzare che il cammino per i diritti non è mai un percorso semplice e non bisogna dare per acquisiti i risultati positivi ottenuti negli anni. Tutto sembra non avere una fine. Ancora oggi punti cardine della nostra società vengono continuamente messi in discussione col rischio di fare un passo indietro ogni giorno. Il paradosso è che tutto è avvenuto e sta avvenendo in quella che viene definita “la più grande democrazia del mondo”.

Loredana Zampano

One response

  1. E richiamo ancora una volta Pirandello: l’ America maschera della più alta forma di democrazia e libertà. Quante forme di razzismo risiedono ancora in America, basti pensare al confine con il Messico, abusi delle forze dell’ordine nei confronti delle persone di colore e tante altre forme di libertà negate. E se evidenziassi la guerra in Ucraina, non sento il peso di urlare nessuna follia: ancora una volta il potere subdolo ed assoluto della grande meschina America, provocatrice ed arrogante, ha partorito lo scempio umano che il mondo intero sta assistendo.

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