Illustrazione di Ilaria Longobardi (@dallamiap.arte)

La sfera dei tabù non è solo al femminile: esistono disturbi che coinvolgono anche l’apparato riproduttore maschile. Ancor più della donna, l’uomo manifesta una tendenza pronunciata nel sottovalutare certe sintomatologie. Il motivo, nella maggior parte dei casi, è radicato nella sbagliata concezione che l’uomo ha del proprio essere come simbolo ed entità di vigore e virilità, spesso collegate strettamente alla sfera sessuale (quasi in assoluto). Di conseguenza ed inconsciamente, denunciare problematiche sessuali o riproduttive potrebbe portare ad una destabilizzazione emotiva e psicologica del soggetto stesso, motivo per cui alcune patologie vengono diagnosticate con troppo ritardo ed altre addirittura ignorate. 

Qui sotto ne sono riportate alcune.

Varicocele

Il varicocele è un’anomala dilatazione varicosa delle vene del testicolo. Colpisce circa il 10-20% della popolazione maschile, più  frequentemente nell’età dello sviluppo puberale e interessa soprattutto il testicolo sinistro. La causa è da ricondurre ad una congenita debolezza delle pareti venose. E’ spesso asintomatico, mentre, se sintomatico, può dare senso di pesantezza o fastidio a livello dello scroto, soprattutto dopo stazione eretta prolungata, sforzo o attività sportiva. La diagnosi è data con la visita andrologica, ma molto importante è prima anche l’autopalpazione. Il varicocele può portare a una compromissione della crescita del testicolo colpito, se presente già durante lo sviluppo, e della qualità del liquido seminale in età adulta, per cui è indispensabile eseguire un eco-colordoppler testicolare e, dopo la pubertà, anche lo spermiogramma. La prevenzione delle possibili conseguenze del varicocele è molto importantissima, infatti, prima si interviene sul varicocele migliori saranno i risultati per il mantenimento o il recupero della fertilità.

Criptorchidismo

Il criptorchidismo è  più frequente dell’apparato urogenitale maschile in età pediatrica e può associarsi ad altre anomalie del tratto genito-urinario.
Durante la vita fetale il testicolo discende dalla cavità addominale fino allo scroto attraverso il canale inguinale, ma può fermarsi in un punto qualsiasi del tragitto di discesa. Ciò si accompagna ad alterazioni della struttura del testicolo e ad una ridotta produzione di spermatozoi e ormoni in età adulta. In questo modo può causare danni alla fertilità e allo stato di salute generale dell’uomo. Alcuni fattori di rischio da considerare sono la prematurità e il basso peso alla nascita, oltre al diabete in gravidanza e al fumo. 

Tra le cause ambientali sembrano coinvolti gli interferenti endocrini (sostanze che possono alterare la funzionalità del sistema endocrino). Per la diagnosi è necessaria un’accurata visita pediatrica e se il problema emerge in età adulta è necessario rivolgersi all’andrologo. Il trattamento del criptorchidismo è indispensabile per evitare danni alla futura fertilità e per la prevenzione dei tumori testicolari. 

Disfunzione erettile

La disfunzione erettile è definita come la costante incapacità a raggiungere e/o mantenere un’erezione adeguata a portare a termine un rapporto sessuale soddisfacente. La disfunzione erettile viene classificata in psicogena e organica, anche se frequentemente riconosce una causa mista. Nei giovani la causa più frequente è di natura psicogena, ad esempio fattori o situazioni quali l’ansia da prestazione. Mentre tra la cause organiche le vascolari rappresentano il principale fattore responsabile di DE e possono riguardare l’afflusso arterioso e/o il deflusso venoso. Numerose evidenze sperimentali e cliniche hanno dimostrato che la disfunzione erettile su base arteriosa precede un possibile danno vascolare in altri distretti dell’organismo (cuore, cervello, ecc.). Pertanto, la DE potrebbe rappresentare un sintomo di allarme di importanti patologie sistemiche. I principali fattori di rischio della DE sono: fumo, alcol, dislipidemie, ipertensione, diabete mellito, livelli scompensati di testosterone, infezioni urogenitali. Il mantenimento di un corretto stile di vita e la riduzione dei fattori di rischio, consente di limitare la possibilità di sviluppare tale patologia.

Malattia di La Peyronie

L’Induratio Penis Plastica, o Malattia di La Peyronie, è un’altra malattia che, seppur meno conosciuta, colpisce circa il 4% degli uomini over 40. E’ caratterizzata dalla formazione di placche all’interno del pene che provocano dolore (nelle fasi iniziali) e dall’incurvamento dell’asta durante l’erezione. Non si conoscono con certezza le cause scatenanti di questa malattia, ma è fondamentale agire tempestivamente per rendere più efficace il trattamento. Oltre a problematiche di tipo psicologico ed estetico, l’incurvamento causato dalla Malattia di La Peyronie ostacola la penetrazione e per questo motivo può essere associata ad un deficit erettile. I trattamenti a disposizione purtroppo non sono molti: nei casi meno gravi, si possono assumere integratori o utilizzare olii a base di vitamina E per ottenere una leggera regressione o stabilizzare questa malattia. Un’altra opzione è eseguire iniezioni di sostanze lisanti per favorire la regressione delle placche, ma è necessaria un’estrema precisione e le sostante utilizzate sono generalmente molto costose

Si tratta di disturbi più diffusi di quanto si pensa ma che, in ogni caso, interferiscono con la sfera psicologica del soggetto stesso e con il suo stile di vita. Proprio questo motivo dovrebbe portare il soggetto ad affidarsi a delle cure specifiche. E’ sbagliato sottovalutarne la sintomatologia perchè il fattore temporale è essenziale ai fini sia della diagnosi che della guarigione. Inoltre, come sottolineato prima, spesso la natura di tali disturbi potrebbe non essere del tutto psicologica, infatti questi potrebbero essere causa di infertilità o fattori strettamente correlati ad essa.

Claudia Coccia

Sitografia: salute.gov

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