Categories:

Con il termine Apartheid automatizzato si fa riferimento alla pratica di controllo non consensuale svolta dal governo israeliano nei confronti di palestinesi abitanti di Hebron e Gerusalemme Est in Cisgiordania.

Come avviene?

Nel 2022 il governo israeliano inizia la raccolta dei dati personali dei palestinesi delle due città della Cisgiordania limitando drasticamente la reale possibilità di muoversi in libertà.
Il 1997 è segnato dall’accordo che concede l’insediamento degli israeliani nella città di Hebron. Questa è divisa in due zone denominate rispettivamente Area H1, abitata principalmente da palestinesi e nella Città Vecchia, l’Area H2, affidata agli israeliani.

Nel giro di poco tempo l’Area H2 è sottoposta al controllo ossessivo attraverso limitazioni durissime come l’impossibilità di accesso a determinate strade per i palestinesi, riservate quindi solo ai coloni israeliani, con costanti e sempre più numerosi posti di blocco militari.

Nella città di Gerusalemme Est invece la rete del governo è tanto intricata da raggiungere un migliaio di dispositivi seminati in ogni angolo della città: si conta infatti una telecamera ogni 5 metri.

Per questo motivo il sistema di riconoscimento di Gerusalemme è definito come con la migliore sorveglianza in termini di riconoscimento facciale.

Red Wolf, Wolf Pack e Blue Wolf

La libertà di movimento non è solo limitata lungo le vie della città, i vari checkpoint fermano i palestinesi per permettere il loro riconoscimento ed in base all’esito possono procedere come no.

Ma è qua che interviene il sistema di riconoscimento sopra citato. Le telecamere seminate per la città hanno il compito di associare i volti ripresi con i dati personali raccolti in precedenza, in questo modo il palestinese giunto al posto di blocco sarà identificato ancor prima che abbia il tempo di mostrare i propri documenti al soldato israeliano.
Il sistema di riconoscimento è chiamato Red Wolf – solamente il Checkpoint 56 nel quartiere Tel Rumeida possiede 24 telecamere – è associato ad un grande archivio chiamato Wolf Pack che contiene ogni informazione personale possibile dei palestinesi: dove vivono, chi sono i familiari, quali lavori ha svolto e soprattutto se sono ricercati per essere interrogati dagli israeliani.

Il sistema di sorveglianza non finisce qua se pensiamo anche alla presenza di Blue Wolf, un applicazione consultabile da tablet o cellulare che gli israeliani usano per ottenere le informazioni dall’archivio.

Oltre alle atrocità che sentiamo e vediamo quotidianamente in quella disastrata striscia di terra, in Cisgiordania la libertà sociale e di movimento è un valore che oltre a non essere rispettata, non viene neppure raccontata.

No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *