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Sono già passati 25 anni da quando Fabrizio De André non è più su questa terra ad insegnarci e a darci prospettive diverse sulla vita e sul nostro Paese.

Chissà se gli sarebbe piaciuto vivere nel 2024, dopo una pandemia, guerre e crisi economiche che si susseguono. Chissà cosa avrebbe pensato di questi tempi così veloci. Non lo sapremo mai.

Faber senza tempo

Sono cambiate molte cose, la tecnologia e la medicina hanno fatto passi da gigante ma la natura umana è sempre la stessa: per questo motivo esistono i classici e pensieri e parole senza tempo.

Le canzoni di Faber non conoscono epoca perché trattano temi universali, in un modo o nell’altro ci riguarderanno sempre. L’amore, la guerra, il mare, il mestiere più antico del mondo, la malinconia sono solo alcune delle tematiche trattate nella vasta produzione musicale di De André.

Attraverso i suoi testi si possono vivere mille vite: si può essere Carlo Martello che torna vittorioso dalla guerra, bocca di rosa, una Nina che vola fra le corde dell’altalena, un carcerato a Poggioreale o un semplice pescatore, ma sono sempre personaggi che hanno qualcosa da dirci e da insegnarci.

Riascoltando ogni canzone possiamo aggiungere un elemento di novità, una diversa interpretazione delle stesse parole a cui prima non avevamo pensato. Il vissuto di ognuno influisce sull’interpretazione che
si dà di una canzone, per questo motivo si aggiungono nuovi significati a seconda della fase della vita in cui la ascoltiamo.

Le cantate anarchiche

De André non ha mai nascosto di essere un anarchico convinto, per questo motivo in tutti questi anni senza di lui si sono spesso organizzate delle “cantate anarchiche”: ragazzi di tutte le età che si ritrovano nelle piazze principali d’Italia a cantare De André accompagnati dal suono di chitarre, da Torino a Cosenza.

L’11 gennaio 2024 migliaia di ragazzi in tutta Italia si sono radunati nelle piazze per rendere omaggio al grande cantautore.

Una grande assenza

Una voce come quella di Faber manca e mancherà sempre, possiamo solamente gioire del fatto che ci sia stato e ci abbia lasciato una grande eredità: i suoi testi e la sua voce. Non c’è stato ancora nessuno che sia stato in grado di eguagliarlo, ma forse non dovremmo cercare una copia di De André ma dovremmo cercare la sua stessa grandezza in generi e stili diversi. Di Fabrizio De André ce n’è stato uno e rimarrà unico nel suo genere, cercare una copia sarebbe sbagliato e controproducente.
Mai come in questo caso suonano azzeccate queste parole:
“Quello che non ho sono le tue parole per guadagnarmi il cielo per conquistarmi il sole”.

Alessandra Cau

La Voce del Sud

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