Ci troviamo alla fine di un percorso che ci ha permesso di attraversare l’intera Italia per analizzare come nel 2024-2025 le alluvioni abbiano messo in ginocchio un territorio così vasto e mitigato.
L’intero meridione durante i periodi più caldi presenta però un chiaro problema di siccità, la mancanza di strutture idriche non deprime la situazione ma l’alimenta.
Una piccola soluzione è stata trovata raccogliendo l’acqua piovana, per ora solo l’11% ma l’obiettivo verso cui si punta è di arrivare ad un 50%.
MA PARLIAMO DI ACQUA IN ECCESSO
Abbiamo parlato di carenza ma ora torniamo sui nostri passi.
Siamo in Sicilia ad Acireale e Aci Sant’Antonio, luoghi meravigliosi, che a novembre, oltre ogni calcolo si sono ritrovati sommersi dall’acqua. I danni totali ammontano a circa 70 milioni di euro.
Le strade nell’arco di mezza giornata si sono trasformate in fiumi, non assomigliavano più a null’altro che a corsi di acqua. Il mezzo metro di acqua ha causato inevitabilmente l’esondazione dei fiumi.
L’acqua ha sequestrato ad ogni proprietario il suo bene. Alla foce dei torrenti osno infatti stati trovati oggetti di ogni genere oltre ad automobili.
Le autorità competenti non hanno mai smesso di operare per garantire sicurezza ed effettuando più di cento interventi durante l’intera emergenza.
BILANCIO FINALE
Il bilancio finale è fortunatamente risultato senza vittime: sono state soccorse persone in supermercati allagati, in case e scantinati al livello del fiume.
Il centro di coordinamento soccorsi si è attivato all’istante per garantire stabilità alla condizione di straordinaria necessità.
I danni non sono stati solamente di carattere economico, i danni ricadono anche sulla società e sulle sue attività lavorative e non.
Il progetto per definire la prevenzione dovrebbe partire nel momento in cui lo stesso evento si placa, cosa che non è ancora avvenuta in nessun angolo d’Italia.
Elena Zullo
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