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Fra meno di dieci giorni prenderà avvio il nuovo anno scolastico. Da alcune fonti incerte diffuse dal MIUR, si tratterà di un anno scolastico all’insegna della normalità. Non vi sarà più l’obbligo della mascherina, non esisterà la quarantena ma solo un’assenza giustificabile con un certificato medico, torneranno i banchi a due e la voglia di riappropriarsi delle proprie abitudini. C’è chi, però, a scuola non ci torna. Tutti coloro che hanno sostenuto gli esami di stato e che, una volta diventati maturi, devono sedere fra altri banchi, incrociare altri sguardi e affrontare altre prove. C’è chi si ritroverà catapultato nel mondo del lavoro, altri dovranno avere a che fare con pagine e pagine da studiare, altri ancora dovranno fare i conti con loro stessi e capire cosa fare. Perché, finita la scuola, cosa c’è dopo? C’è una forte disinformazione dovuta ad un mancato o pessimo orientamento in uscita dei maturandi nonchè una scarsa voglia, da parte di questi ultimi, di informarsi sul proprio futuro. Non esiste un solo bivio, università o lavoro, ma esistono più possibilità che a lungo andare possono rivelarsi soddisfacenti: gli ITS.

Gli ITS, quei percorsi sconosciuti

Stiamo parlando degli ITS, cioè degli istituti tecnici superiori. Se qualcuno facesse un sondaggio, certamente, più della metà risponderebbe che non è a conoscenza dell’esistenza degli ITS, tantomeno della loro funzionalità. Dal sito del MIUR si legge ” Gli ITS sono scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica che permettono di conseguire il diploma di tecnico superiore”. Inoltre, “rappresentano il segmento di formazione professionalizzante non universitaria che risponde alla domanda delle imprese di nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche per promuovere i processi di innovazione”.

Si tratta, dunque, di scuole che permettono di continuare gli studi subito dopo la maturità attraverso uno stile molto diverso rispetto a quello universitario. Infatti, l’università italiana è molto improntata su uno studio prettamente teorico; nasconde la mancanza di una formazione pratica con tirocini che si rivelano, quasi sempre, insoddisfacenti.

Gli ITS rappresentano, invece, una realtà promettente ma di cui nessuno (o quasi) sa dell’esistenza. La prima a parlare di questi istituti su instagram è stata Fabianamanager, Fabiana Andreani, a cui va il merito di averne discusso ad una platea di quasi 50.000 follower. Grazie alla sua spiccata dote comunicativa e grazie alla spontaneità e all’immediatezza di instagram, il messaggio è arrivato a più persone che hanno iniziato a chiedersi “forse fa al caso mio un percorso del genere?”.

…ma non dallo Stato

Lo stato italiano, in seguito al PNRR, ha deciso per ovvi motivi (sopra elencati) di investire negli ITS poichè possono iscriversi sia giovani che adulti in possesso di un diploma formando tecnici, dunque lavoratori, alquanto specializzati.

A tal proposito la riforma ITS è legge, la sua approvazione è avvenuta nel luglio del 2022. Il fatto che lo Stato abbia deciso di investire su questi percorsi, ha fatto sì che gli obiettivi degli ITS fossero alienati a quelli del PNRR, cioè: potenziare e ampliare la formazione professionalizzante, sostenere le misure per lo sviluppo economico e contribuire alla diffusione della cultura scientifica, tecnologica e green. Allinearsi agli obiettivi del PNRR significa anche cambiare l’offerta formativa puntando sulla sicurezza digitale, sulla transizione ecologica e sulle infrastrutture per la mobilità sostenibile. Se l’obiettivo è formare tecnici specializzati, bisogna aumentare il monte orario complessivo degli stage aziendali e del tirocinio professionalizzante.

Il fatto che gli ITS siano uno dei centri focali su cui si concentrano gli investimenti statali non è un caso. Da alcune statistiche risulta che su 5.280 diplomati, l’80% ha trovato un’occupazione nel corso del 2021, nonostante le restrizioni e le difficoltà causate dalla pandemia. La domanda sorge, allora, spontanea: qual è la percentuale dei laureati che, una volta conseguito il titolo, trova lavoro nello stesso anno?

Isabella Cassetti

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